Con Melina, Marco, Anna, Fabrizio, Barbara, Giuseppe, Marco, Carlo, Chiara, Simone, Giuseppe, Gabriele ed io.
Era un po’ che non tornavo al Pretaro, la grotta di “casa”. L’occasione per andare me l’hanno fornita 2 miei amici, Melina e Marco. Ci vediamo oramai da anni 2 volte a settimana per fare nuoto assieme. Col tempo, e grazie alle chiacchiere post-piscina, hanno scoperto il mio hobby per le grotte. Prima delle feste di Natale, decido di proporre loro la visita ad una grotta. Aderiscono con entusiasmo. Quando allargo la proposta anche ai miei amici speleo di Roma e di Orvieto, Giuseppe se ne dichiara particolarmente contento, sono anni che sente parlare della grotta del Pretaro senza mai essere riuscito a visitarla. Decisa la data, decisa la grotta, organizzo quel che serve con l’aiuto dei miei amici spelei…ed oggi, eccoci qua.
Parto da casa con Gabriele. Con Melina, Marco e Giuseppe ci incontriamo a Settebagni. La tappa successiva e’ al Roby Bar a Montebuono dove attendiamo il resto degli amici che vengono da Orvieto. Nell’attesa prendiamo un buon cappuccino ed altre delizie. Arrivano. Dopo tante chiacchiere, saluti, abbracci, baci ed una veloce visita al borgo di Montebuono, andiamo allo spiazzo vicino alla grotta. Entriamo in azione! Inaspettata ma molto gradita la presenza di Anna, e’ venuta insieme a Fabrizio, il celeberrimo “radiologo”. La prima foto la dedico a loro.Barbara, menzione speciale per lei, ha interrotto il trasloco per poter partecipare.
Carlo, con la sua tuta bianca ed immacolata. E’ amico di Marco ed e’ gia’ stato in grotta in passato ma riprende oggi dopo parecchio tempo.
Gabriele di schiena accanto alla sua macchina nuova. Dietro di lui, Giuseppe e Simone.
Chiara che si prepara…e ho fatto anche la rima!
Ed infine i miei amici natatorii, Melina e Marco.
Il diavolo ci mette lo zampino. Scatto la foto ai miei amici poi sul visore della fotocamera compare la fatidica scritta “MEMORIA PIENA”…Qualche maledizione la lancio ma poi mi rassegno ed inizio a cancellare le foto piu’ vecchie. Ne cancello una decina. Devo fermarmi quasi subito perche’ la fotocamera inizia a mostrarmi porzioni di foto che poi non mi permette di cancellare. Riprovo piu’ volte togliendo e rimettendo la batteria per sbloccarla. Nulla da fare, la tristissima conclusione e’ che la scheda di memoria si e’ danneggiata. Spengo la fotocamera e decido di portarla comunque in grotta, centellinando le foto. Per primi entrano Chiara e Simone, andranno avanti al secondo toboga a sistemare l’armo, lo ricordo un poco sofferente. Con Melina e Marco entriamo come gruppetto centrale. I primi saltini e passaggi stretti non sono un problema. L’ultimo passaggio stretto prima del pozzetto li perplime perche’ sembra troppo stretto. Quando pero’ vedono tutti infilarsi e passare senza problemi si convincono che la cosa e’ fattibile. Per arrivare al pozzetto sperimentano anche il cunicolo in discesa ed ancora una volta se la cavano senza problemi. Per scendere il pozzetto e’ deciso che Melina e Marco li caleremo. Faccio loro un veloce spiegone circa il salvifico utilizzo delle longe, mi impossesso del discensore di Giuseppe e lo sistemo sull’armo. Con l’aiuto di Giuseppe, promosso sul campo come aiutante per l’operazione “calata”, recupero la corda di calata che ho nello zaino. E’ una corda da 20m e la porteremo avanti per usarla come corda di servizio per i passaggi piu’ impervi. Monto anche la corda nel discensore, pero’ la monto al contrario. Scendo alla base del pozzetto lasciando al prode Giuseppe il compito di sistemare tutto per benino.
Aspettando che Giuseppe sistemi la corda, riprendo a trafficare con la fotocamera. Spero che magari la scheda e’ rovinata solo nella parte iniziale. Provo a cancellare le foto a meta’. In effetti cosi’ riesco. Ora non devo piu’ fare economia di foto, posso sfogarmi. Tanto per cominciare, ecco Marco dopo la discesa.
E quindi Melina mentre si accerta di essere ancora tutta intera dopo la discesa.
Il traverso che segue il pozzetto permette ai miei amici di familiarizzare con l’uso delle longe. Se la cavano egregiamente. Sono ancora impostato sul risparmio di foto quindi mi dimentico di riprenderli mentre traversano con perizia. Arriviamo in un baleno al primo toboga. Aspetto che il prode Giuseppe arrivi con la corda e la sistemo all’armo, stavolta pero’ monto la corda nel discensore dal verso giusto. Ancora una volta scendo giu’ lasciando a Giuseppe di calare i nostri amici. Una sosta al cunicoletto delle meraviglie la devo fare.
Sopra di me sono pronti a partire.
Scende Marco e lo faccio arrivare fino alla base del pozzo.
E’ il momento di Melina. Anche lei scende quasi come una veterana.
Dopo il primo toboga chiedo a Giuseppe di recuperare la corda e poi vado di nuovo avanti. Al secondo toboga trovo l’armo gia’ sistemato a regola d’arte da Simone e Chiara. Ci trovo anche la corda da 50m che useremo per la calata, e poi al ritorno per un eventuale contrappeso. Sistemo tutto, avviso Giuseppe che mi raggiunga e poi scendo lasciandogli il comando delle operazioni di calata. Pochi minuti e Marco fa la sua comparsa.
Eccolo che arriva.
Melina e’ talmente veloce a scendere che non faccio a tempo a riprenderla. Quando il nostro gruppetto e’ radunato alla base del secondo toboga, riprendiamo il cammino. Poco piu’ avanti incontriamo Anna e Fabrizio che sono indecisi sulla strada da prendere. Indico loro la retta via e poi li seguiamo. Mentre camminiamo cerco di svolgere il mio ruolo di cicerone e descrivo alcuni punti della grotta. Arriviamo al passaggio esposto, usiamo la corda ma solo per fare una sicura a mano. Oramai Melina e Marco si muovono con discreta sicurezza. Dopo il passaggio faccio una breve sosta per una foto a Giuseppe, se l’e’ proprio meritata.
Dal passaggio esposto alla sala del The, il passo e’ breve, in tutti i sensi. Facciamo il nostro ingresso trionfale e salutiamo il resto del gruppo gia’ comodamente assiepato nella saletta.
Faccio un rapido giro di foto per salutare tutti. Simone nel frattempo sfoggia il nuovo fornello e si prepara a fare il the.
Melina attacca subito i panini. Marco la segue nell’impresa, ogni tanto me ne cede qualche pezzo, che accetto volentieri.
Arriva il gruppetto di coda, Giuseppe per primo.
Seguito da Barbara.
E buon ultimo l’inossidabile Gabriele.
Qualche chiacchiera in attesa del the.
Ci siamo quasi.
Fabrizio racconta di cose “radiologiche” a Gabriele e Giuseppe.
Giuseppe non vuole essere da meno rispetto a Simone. Per non sfigurare, afferra il suo sacco e si ritira in un angolo a rimestarci dentro. Dopo un paio di minuti tira fuori di tutto; fornelletto, caffettiera e tutto il necessario per un buon caffe’.
Mi fermo vicino a lui, il caffe’ mi interessa molto. Peccato non abbia la grappa!
L’atmosfera e’ rilassata.
Marco, Carlo e non so chi altri vanno a sperimentare l’ascesa per la sala Utec. Noi rimaniamo qua a fare la siesta.
Ancora Anna, anche lei in attesa del caffe’.
E ancora chiacchiere “radiologiche”.
Gli intrepidi di sala Utec tornano, il the ed il caffe’ sono finiti, i panini pure, e’ l’ora di tornare indietro.
Simone rimette i guanti, e’ pronto.
Melina e Marco sorridono all’idea di andare verso l’uscita.
Ma non mettiamoci fretta…c’e’ ancora il tempo per qualche foto.
Giuseppe oramai e’ catatonico, Gabriele invece e’ fresco come una rosa.
Che si fa?
…si potrebbe anche andare…
…ma prima fattela fare una foto, dai.
Allora mi faccio il selfie! Ma dai, che cosi’ non ti viene la foto, non e’ mica un telefono.
Marco e Carlo osservano senza parole.
Qualche centinaio di foto dopo, riusciamo a lasciare la simpatica ed accogliente sala del The. Chiara e Simone partono per primi, li rivedro’ solo fuori. Noi ci avviamo in fila indiana. Il passaggio esposto viene affrontato di petto da Melina e Marco senza l’impaccio della corda. In pochi minuti siamo alla base del secondo toboga. Alla fine i miei amici natanti sono talmente bravi che non serve contrappesarli. Salgono arrampicando facendosi autosicura col croll. Intrepidi! Ancora pochi passi e siamo alla base del primo toboga, anche qua salgono arrampicando come gatti.
Il traverso successivo oramai e’ una bazzecola.
Il pozzetto nemmeno lo vedono.
In un niente siamo su. Ora la fila iniziale si e’ sfilacciata, siamo rimasti un gruppetto da 4, Anna, Melina, Marco ed io. Al ritorno e’ Anna che si e’ trovata con noi ed e’ rimasta a farci compagnia e darci supporto. Giuseppe e’ rimasto indietro per ammirare la grotta con comodo.
Uscita di coppia dal cunicolo. Gia’ si inizia a sentire l’aria fredda che viene da fuori.
Visto che e’ presto, siamo tutti bravi e non troppo stanchi, propongo una veloce deviazione per andare ad ammirare la sala dell’Arpa Celtica. Breve consulto ed andiamo.
Dopo un paio di passaggi non proprio comodi arriviamo alla sala. Presento loro l’arpa. Ci fermiamo qualche minuto a riprendere fiato e poi torniamo indietro, senza ulteriori deviazioni.
Alla congiunzione con la via che porta all’uscita incrociamo il resto del gruppo.
Stanno transitando proprio ora, ci siamo sincronizzati benissimo.
Oramai gli iniziali passaggi bassi sembrano banali dopo tutte le esperienze di passaggi complicati vissute prima.
Melina e Marco passano cosi’ veloci che quasi non riesco a tener loro dietro.
Nemmeno il tempo di un sospiro e siamo fuori.
Scambio di foto con Giuseppe.
Mi fermo ad attendere l’uscita degli ultimi. Ecco Anna.
Poi e’ la volta di Barbara e Gabriele.
E a chiudere la fila c’e’ il buon Giuseppe.
Come succede spesso con le uscite in questa grotta, siamo tornati indietro troppo presto. Siamo fuori e non sono ancora le 5 del pomeriggio. Purtroppo sono pochi nel Lazio i ristoranti, in odore di santita’, che danno da mangiare agli speleo a qualsiasi ora. E quei pochi non sono da queste parti. Mi rassegno a vedere sfumare miseramente la prospettiva di una bella cena tutti assieme da Alessandro al Campanile, in quel di Sant’Oreste. Dopo esserci cambiati andiamo da Roby Bar dove mi consolo con una Fiesta e una birra. Il ritorno e’ tranquillo e per fortuna senza traffico. Spero sia stata una bella esperienza per i miei amici, ma in ogni caso, alla prossima!