A scavare a Pozzo della neve con Leandro, David, Gabriele ed io. Nerone arriva dopo il lavoro, fuori tempo massimo per partecipare allo scavo ma sempre in tempo per dare il suo contributo di simpatia.
Alla solita riunione del giovedi’ mi dichiaro ancora dolorante per il ginocchio malandato, quindi, quando affrontiamo il tema “cosa si fa domenica?”, chiedo di organizzare un qualcosa di poco impegnativo. In effetti a partire da Roma saremo solo Gabriele ed io. Giuseppe ha il corso del suo gruppo “natio” a Ruvo. Alla fine ci accordiamo per andare a scavare al Pozzo della neve.
Domenica mattina Gabriele passa a prendermi, facciamo una rapidissima colazione da “Cicchetti” e poi proseguiamo per Livata dove, al bar sulla piazza, abbiamo appuntamento con Leandro e David. Dopo l’incontro, i saluti e qualche chiacchiera, ci avviamo. Strada facendo facciamo sosta ai Fondi di Jenne dove andiamo a vedere la situazione di alcuni buchi.Questo e’ uno di loro. Ha sconfitto la neve e non sembrano esserci cambiamenti notevoli. Non togliamo sassi e legni per vedere dentro, se ci mettiamo a scavare qua rischiamo di non arrivare a destinazione.
Facciamo un rapido giro tra le varie doline che punteggiano l’enorme piana. Per oggi guardiamo solo quelle piu’ vicine, torneremo con la bella stagione per una ricognizione piu’ ampia.
Questo simpatico fiorellino e’ uno dei tanti che rallegrano di colori il prato dopo il bianco inverno.
Dopo il rapido giro torniamo alle macchine e ci dirigiamo verso Pozzo della neve. L’accesso al sentiero “breve” per la grotta ci e’ negato da un bel cumulo di neve. Proseguiamo fino allo spiazzo per Piccola Creta, partiremo da la’.
Ci prepariamo svelti quindi ci avviamo. Ancora fiori.
Leandro e David vanno avanti per scendere il primo pozzo di Piccola creta e recuperare un secchio lasciato li’ dopo gli scavi.
Mi avvicino a Piccola Creta senza fretta, scattando foto.
David deve ancora scendere, ho tutto il tempo che voglio.
Qualcuno ha scolpito un rozzo abbeveratoio nel legno…o sara’ una fioriera?
David si prepara a scendere. L’armo che hanno fatto lascia un poco a desiderare in quanto a sicurezza, ma e’ gia’ notevole che abbiano fatto tutto da soli, avranno tempo per migliorare.
Mentre attendo la loro uscita, arriva anche Gabriele.
Vi concedo ancora un fiore, ma poi basta…o forse no!
Al pozzo della neve, manco a dirlo, c’e’ la neve! Scendo il primo tratto immergendomi nella neve fino a mezza coscia poi lego la corda ad un masso posticcio sul bordo del breve salto che porta alla base della sala d’ingresso della grotta. Mentre preparo vengo raggiunto da Leandro e David che si mettono comodi ad attendere la mia discesa.
Prima di entrare nel buio, un’ultima occhiata verso fuori dove il sole imperversa e riscalda. Gabriele ancora non si vede, ma sento che si sta preparando.
Ciao ciao! David si e’ messo a fare yoga per ingannare il tempo.
Eccomi nella prima sala. Il sole ancora si vede bene ma per andare oltre devo accendere la luce.
Gli sci sono sempre qua.
Arriva prima David e quindi Leandro con tutti gli zaini.
Proseguiamo con il superamento del diaframma di roccia che ci separa dalla zona di scavo. Arrampico la piccola risalita con l’idea di dover armare la successiva discesa. Non ce n’e’ bisogno, la corda e’ gia’ pronta, devo solo scendere, cosa che faccio prontamente. Alla base, pochi passi e mi affaccio alla zona di scavo. La terra e’ sempre tutta la’, non ci ha fatto il piacere di sprofondare da sola e scomparire in un bel pozzo!
Scendono anche i prodi Leandro e David. Subito ci sistemiamo per dare inizio agli scavi. Loro 2 vanno nella saletta a togliere terra, io faccio da recuperatore di secchi e Gabriele, che nel frattempo e’ arrivato, fara’ l’uomo di forza tirandoli su per svuotarli nella sala d’ingresso.
Ecco Gabriele nel pieno svolgimento delle sue funzioni odierne. Dopo un inizio incerto, si organizza proprio bene e recupera i pesanti secchi velocemente e senza farli incastrare.
Dopo un paio d’ore di scavo, David si dichiara sconfitto dal freddo e chiede il cambio. Vado dentro io a tenere compagnia a Leandro. In questa nuova configurazione continuiamo a tirar fuori terra con un buon ritmo. Approfittando di una sosta propongo a Leandro di recuperare uno degli sci nella saletta d’ingresso per farne uno sbarramento di lato nella saletta di scavo per accumularci della terra. Dedichiamo ancora parecchio tempo alla terra ma anche noi iniziamo a patire seriamente il freddo. Quando inizio a non sentire piu’ i piedi, consulto Leandro, David e Gabriele. Anche loro hanno un bel freddo. Forse e’ l’ora di uscire al sole. Decidiamo di fare ancora un breve turno con David e Leandro nella saletta a scavare, io al recupero secchi e Gabriele ancora addetto al loro svuotamento. Leandro sembra aver trovato un buco, peccato che sia proprio sotto il sassone dove si poggiano i piedi per entrare nella saletta. Dobbiamo proprio togliere quel sassone. Proviamo ad imbracarlo e sollevarlo di peso ma alla fine vince lui, troppo pesante. David si dichiara battuto dal freddo, ha le mani insensibili. Inizia a prepararsi per uscire. Leandro ed io tentiamo ancora di averla vinta sul sasso. Con immane fatica lo facciamo spostare nella saletta. Una volta li’, il feroce Leandro lo frantuma in piccoli pezzi tempestandolo di mazzettate. Con molta soddisfazione ne tiriamo fuori velocemente i pezzi buttandoli nella zona di recupero dei secchi. Finito con lui, anche noi iniziamo a prepararci per uscire. Recupero la mia attrezzatura pero’ non ho voglia di indossarla. La volta scorsa avevo provato ad arrampicare il breve salto trovando un passaggio adatto alle mie scarse abilita’ da climber. Vado a vedere, ce la posso fare anche questa volta. Pochi sbuffi e sono su mentre anche Leandro inizia a salire. Nella sala d’ingresso ci ritroviamo tutti. David esce per primo, lo seguo io appostandomi appena fuori per riprendere l’uscita degli altri.
Una foto la faccio anche a David mentre si gode il sole.
Fa capolino Gabriele.
Mentre aspetto faccio una foto ai dintorni della grotta. La neve ancora resiste ma avra’ vita breve con questo sole.
Ecco Gabriele che termina la sua salita. La tuta, originariamente rossa, si e’ tinta in maniera uniforme, ora e’ mimetica e Gabriele si confonde con l’ambiente circostante.
Lo chiamo per farlo voltare, se non fosse per il bianco del volto ed il giallo dello zaino lo si potrebbe scambiare per una radice dell’albero!
Buon ultimo esce anche Leandro a cui lasciamo il compito di recuperare la corda.
Una volta di nuovo riuniti prendiamo le nostre cose e ci avviamo alle macchine gustandoci il caldo del sole.
Ma qualche fiore lo vogliamo fotografare strada facendo?
Leandro ha ancora energie da spendere ed ogni tanto si allontana per andare a vedere qualche buco dall’aspetto interessante.
Arrivati a fianco di Piccola Creta, alzo lo sguardo verso le macchine…c’e’ un brutto ceffo a bordo strada…chi sara’ mai?
Ci avviciniamo di buon passo per scoprirlo. Ma e’ Nerone! In effetti aveva detto che avrebbe fatto un salto dopo il lavoro. Purtroppo il freddo ci ha fatto terminare prima di quanto ci aspettassimo. Per questa volta il buon Nerone ha fatto un viaggio a vuoto.
E’ comunque un’ottima occasione per scambiare qualche parola con lui mentre ci cambiamo.
Continuando a gustarci il caldo che il sole ci elargisce, ci cambiamo raccontando a Nerone quanto fatto oggi e passando qualche momento a fantasticare assieme di grotte immense nascoste sotto la terra.
Il tranquillo chiacchierare di cose “spelee” continua finche’ Leandro e David dichiarano di dover andare. Passiamo cosi’ ai saluti che durano qualche minuto. Quando partono loro, Nerone, Gabriele ed io consumiamo ancora qualche parola sui progetti futuri e poi andiamo alle macchine per tornare all’ovile. Oggi e’ troppo presto per aspettare l’ora di cena. Niente fettuccine. In compenso avro’ modo di cenare a casa con Betta, e anche questo non e’ da disprezzare! Il ritorno ad un’ora inconsueta e presta ci costringe a subire un poco di traffico alla fine della A24 ma si tratta di pochi minuti. Una giornata bella ma tanto fredda. Alla prossima.