Una veloce scappata in solitaria al Pretaro per fare finalmente la calibrazione del DistoX. Incontrati tanti amici. Fuori della grotta, Maria, Gianna, Laura e Giorgio. Dentro, Alessio ed i suoi amici.
Sono con Betta a Montebuono per il fine settimana. Ho intenzione di fare un salto al Pretaro per fare la calibrazione del DistoX. Dopo pranzo tentenno, vado, non vado, forse vado. Passo al Roby Bar in cerca di ispirazione e magari di compagni d’avventura. Trovo nessuno per accompagnarmi, pero’ Roby mi dice che un gruppo di persone e’ dentro la grotta da stamane ed e’ presumibile che siano ancora dentro. La curiosita’ di capire chi siano gli speleo “impretarati” mi fa decidere. Vado.
Parcheggio la macchina al solito spiazzo prima della grotta ed inizio a cambiarmi. Ho appena infilato la tuta quando una macchina inchioda a fianco a me. Sento fare il mio nome attraverso il finestrino mezzo abbassato ma ancora non capisco chi ci sia dentro la macchina.
Ma sono tanti amici! Dalla macchina escono Maria, Laura, Gianna (non chiamatela Gianna, si chiama Giovanna!) e Giorgio. Subito dopo i saluti ci facciamo una foto e poi passiamo alle chiacchiere.
Loro sono di passaggio per Montebuono per andare a Rocchette. Che bella coincidenza esserci incontrati. Per prima cosa affido a Maria una maglia rapida che avevo “sottratto” al magazzino SCR dopo l’uscita a Zi Checca 2. Per evitare le ire dei nostri inflessibili magazzinieri documentiamo l’affido, la mia umile profferta di scuse ed i severi rimproveri di Maria.
Dopo aver restituito il maltolto ci possiamo abbracciare senza che la maglia rapida della discordia si frapponga tra noi.
Finisco di prepararmi ed in compagnia dei miei amici mi avvio all’ingresso. Il cancello e’ aperto ed armato con una corda.
Ci gustiamo un attimo la piacevole brezza fresca che esce dalla grotta mentre tentiamo di indovinare chi ci sia in grotta. Dopo tutto di speleologi non siamo tanti e bene o male ci si conosce tutti.
Il tipo di armo e’ strano ed inusuale, sembra attrezzatura da lavoro. Siamo incuriositi.
Ultimi preparativi, sono pronto.
Un saluto ai miei amici, accendo la luce sul casco e mi accingo ad entrare.
Faccio un ingresso atletico, ben documentato da Maria, che ringrazio per le foto.Questa firma, per nulla invadente, e’ qua da chissa’ quando, pero’ oggi la noto come fosse la prima volta. I vantaggi di una pessima memoria, posso vedere un qualcosa mille volte e riscoprirlo ogni volta!
Arrivo al pozzetto e mi giro intorno per cercare un posto buono per fare la calibrazione del DistoX. Mentre scruto in giro per cercare un buon posto, sento vociare dalle parti del traverso. Vado a vedere, devono essere i misteriosi visitatori. Finalmente li incontro. Non li conosco. Mi presento con uno di loro, Alessio. Mi dice che lavora con Nanni (ciao Nanni!) ed ha portato qualche amico a visitare il Pretaro. Ora sono di ritorno, stanchi ma contenti. Un rapido saluto e poi ognuno per la propria strada.
Sono sopra il primo toboga. Passo oltre la partenza e mi sistemo nel piccolo ambiente subito dopo. Qua mi sembra un buon posto per la calibrazione.
Faccio quel che devo fare senza risparmiare i punti da prendere. Alla fine la malefica ellisse che testimonia la bonta’ della calibrazione diventa tutta verde e posso smettere. Ripongo tutto l’armamentario e prendo il cavalletto per la fotocamera.
Col cavalletto voglio provare qualche foto migliore del solito. Mancano ancora alcuni elementi, tipo qualche fonte di luce aggiuntiva, pero’ posso accontentarmi anche cosi’.
Prendo qualche foto dalla postazione di calibrazione, poi inizio a muovermi senza fretta verso l’uscita.
Qualche piccola colata strada facendo.
La prima parte del traverso, uscendo. Ovvero, quella finale, entrando.
Ed ecco la seconda parte del traverso.
Dentro questo buco non mi ci entrerebbe il braccio, ma a vederlo cosi’ sembra una galleria.
Ancora il traverso, giu’ in fondo la base del pozzetto.
Ora sono al pozzetto, mi fermo a meta’ per fare una foto della volta, sopra il traverso.
Ed infine la partenza del pozzetto.
Mi fermo qua a cercare qualche roccia lavorata ed arrotondata dalle correnti d’aria, queste cupole rendono l’idea.
Mi avvicino al passaggio basso vicino all’uscita. Qua ci sono molti punti che trovo ottimi per foto simpatiche.
Il power bank, ovvero la batteria di riserva, che tengo nella borsa da rilievo, ha un led in dotazione. Non lo avevo mai usato prima d’ora, ne mi sognavo di usarlo in futuro. Fatto sta che, tutto ad un tratto lui decide di accendersi. Ci traffico un poco senza riuscire a spegnerlo. Visto che ce l’ho decido di utilizzarlo come luce aggiuntiva e lo metto dietro alle rocce. Il led ha una luce bluastra e questo e’ il risultato.
Continuo a fare esperimenti andando verso l’uscita. Al passaggio basso pero’ ripongo tutto, l’aria fresca qua si sente e col sudore che ho addosso se resto troppo fermo rischio un bel raffreddore. Nel riporre il power bank finalmente trovo il modo di spegnerlo, bastava un doppio click veloce sul tasto di accensione. Avevo gia’ provato il doppio click, ma non era stato sufficientemente veloce per lui.
Uscendo trovo che i miei nuovi amici sono stati di parola, non mi hanno chiuso dentro. Sistemo bene il cancello e chiudo il lucchetto.
Al parcheggio ora c’e’ solo la mia macchina oltre ad un piacevole calduccio.Tornando al Roby Bar incontro di nuovo i miei “amici di Pretaro”, hanno appena finito di fare una pausa di relax al bar. Nel salutarli nuovamente strappo loro la promessa che diventeranno lettori, se non assidui, almeno occasionali di “aggrottiamoci”. Con la promessa di mandare un commento all’articolo che li vede protagonisti, prendiamo commiato ed ognuno la propria strada. Alla prossima.
Grande Bibo!