Il corso SCR numero 57, di introduzione alla speleologia, ha avuto inizio. La prima uscita si e’ tenuta a Pozzo Comune per la palestra.
Ci risiamo, anche quest’anno e’ iniziato il corso allo SCR. La prima prova per i nostri ardimentosi corsisti e’ stata la palestra a Pozzo Comune. Ma non corriamo troppo, iniziamo dall’inizio… La mattina esco da casa accompagnato dal mio zaino XXL e da una simpatica pioggerellina. Vado a prendere la metro per arrivare a Garbatella dove il buon Stefano mi dara’ un passaggio fino al bar “fico”, quello vicino a Ikea Anagnina. Al mio arrivo a Garbatella il tempo non e’ migliorato, chiamo Stefano e per le 7 siamo puntualmente assieme e pronti a partire. C’e’ solo un piccolo ma non trascurabile particolare, anche Adriano viene con noi, ancora non si vede e lo dobbiamo aspettare. Stefano lo sente per telefono, gli manca un quarto d’ora. Ci disponiamo all’attesa ingannando il tempo con qualche chiacchiera a carattere speleo. Alla fine, quando partiamo per la nostra destinazione, sono le 7.30. Mandiamo un messaggio per avvertire che arriveremo in ritardo e riceviamo un confortante “Anche noi” come risposta. Al nostro arrivo comunque sono tutti la’. Quasi senza salutare mi fiondo al bar per la colazione, fosse mai avessero deciso di partire immediatamente dopo il nostro arrivo! Dopo aver riempito il pancino, passo ai saluti e a fare qualche foto. Non posso fare molto, ora e’ proprio tempo di andare, sistemo la mia roba in macchina di Claudio. Ci siamo tutti! Max da’ le ultime spiegazioni ed indicazioni stradali ai nostri corsari (come al solito mi sono concesso la licenza “poetica” di convertire i “corsisti” in “corsari”!) poi partiamo senza ulteriori indugi.
Ecco Claudio in versione driver.
Io mi sono impossessato del posto davanti mentre dietro abbiamo 2 ospiti di tutto rispetto, Pamela e Gaia.
Sonnecchio tranquillamente fino a Montelanico dove facciamo una sosta caffe’, Gaia si dice sicura che il bar sulla via principale faccia il caffe’ piu’ buono di tutti nel raggio di chilometri, dobbiamo assolutamente verificare. Con la sosta ci giochiamo la testa della nostra fila di macchine, pero’ recuperiamo tutti alla tappa successiva, il mitico “Bar Semprevisa”, a Carpineto. Eccoci quindi al bar, in attesa che tutti facciano quel che serve, chi una sosta al bagno, chi un rinforzino di colazione, chi approvvigionamento di acqua e chi sa che altro. Rimane anche il tempo per fare qualche chiacchiera davanti al bar, in attesa che tutti abbiano fatto quel devono. Ne approfitto per presentarvi Adriano, Stefano e, di nuovo, Gaia.
Un poco sfocato ma sempre in gran forma ecco pure Giorgio.
Lui, se non sbaglio, si chiama Matteo, e’ un corsista ed e’ il cruccio di Stefano perche’ e’ piu’ alto di lui!
Iniziamo ad essere un bel mucchio davanti al bar.
Ci muoviamo verso le macchine per arrivare, senza altre soste, alla grotta che sara’ teatro delle operazioni. Pozzo Comune, aspettaci!
Ci fermiamo al prato davanti alla grotta per iniziare i preparativi. Mentre scarico lo zaino sento chiamare: “Sghi!”. Sono Pamela e Stefano, i soli che conosco a chiamarsi tra loro con questo nomignolo. Subito parte un bell’abbraccio con sorriso e foto.
Ecco la nostra zona di preparazione, in primo piano c’e’ una colonna arancione, e’ il mio zainetto.
Fotina anche al direttore del corso, il mitico Fabio.
Giorgio e’ quasi pronto.
Sembra che io sia stato destinato all’armo della grotta insieme a Pamela, Stefano e Max. Provo a svicolare da questo destino appioppandolo a qualcun altro, ma senza convinzione. Alla fine prendo il materiale e vado verso l’ingresso dove i solerti corsari gia’ iniziano a sostare.
Eccoli vicino all’ingresso, appunto. Stanno provando il casco speleo e verificando che la luce funzioni correttamente.
Mi allontano nella speranza che tutti si girino al mio richiamo per scattare una foto del gruppo di allievi. Quando provo pero’ nessuno mi si fila, sono troppo presi dalla prova caschi e luci. Alla fine mi accontento di riprenderli di schiena, peggio per loro!
Arriva anche Gaia.
Riprovo di nuovo a lanciare un urlo per attirare l’attenzione dei corsari…nulla, proprio non mi vogliono dare soddisfazione. Ed io un’altra volta li immortalo di schiena.
Dopo la foto “schienica”, vengo richiamato al dovere da Max. Non c’e’ tempo da perdere, dobbiamo scendere ad armare. Arrivati allo sgrottamento iniziale finiamo di prepararci, ci dividiamo i materiali ed i compiti. Armeremo doppi i successivi pozzetti fino al salone e lo faremo costeggiando sia la parete sinistra che quella destra. Max inizia ad occuparsi di quella a destra, Pamela ed io di quella sinistra. Stefano quasi subito arriva e da’ una mano a noi della squadra sinistra. Strada facendo, prima del secondo ed ultimo saltino, faccio un cambio e passo ad armare sul lato destro. Ci perdo un poco di tempo perche’ decidiamo di partire da attacchi in alto, a circa 3 metri da terra. Messi quelli mi sposto nel vuoto ed armo il frazionamento che arriva fino al salone. Quando ho finito e me ne scendo nel salone inizia ad arrivare qualche altro istruttore. Nel frattempo Max e Stefano sono andati avanti ad armare il pozzo successivo che, per intenderci, chiamero’ “intermedio”. Pamela ed io invece andremo ad armare il pozzo da 19. Mi attardo ancora nel salone poiche’ i miei amici sopra al saltino intanto stanno verificando gli armi fatti. Quello che ho appena confezionato viene giudicato troppo difficile. Ne parliamo brevemente, non concordo con loro. Alla fine pero’ lascio fare, in fondo sono loro che dovranno seguire gli allievi al saltino. Lascio il salone mentre Claudio inizia a modificare l’armo. Passo accanto al pozzo intermedio dove c’e’ Stefano all’opera. Al 19 trovo Max e Pamela che hanno iniziato a lavorare mettendo in opera la partenza. Max ci lascia con la consegna di armare il pozzo in maniera inusuale, utilizzando anche il frazionamento a meta’ pozzo che non viene piu’ utilizzato da secoli. Iniziamo subito, parto per mettere i classici attacchi a tetto con un frazionamento intermedio. Devo fare un poco di fatica ulteriore perche’ uno dei fix “comodi” tra quelli a tetto e’ spanato. Lo indico a Pamela perche’ lo martelli dentro appena possibile e proseguo sporgendomi di piu’ e prendendone un altro. Fatto il nodo e sistemate adeguatamente le anse, proseguo la discesa. Dopo un paio di metri sistemo il deviatore e proseguo. A meta’ pozzo mi fermo, il pozzo si restringe formando una comoda piazzola dove poter osservare l’operato degli allievi. Qua c’e’ da fare il frazionamento “didattico”. Trovo uno spit in buone condizioni, sistemo l’attacco, faccio il nodo e sono pronto a proseguire. Prima pero’ cerco un altro attacco dove un istruttore possa mettersi in sicura mentre segue gli allievi che transitano. Lo trovo un paio di metri piu’ in alto e sistemo quanto serve. Ora che faccio per scendere mi accorgo che la corda potrebbe toccare nel tratto finale. Faccio la prova scendendo e poi risalendo. Diciamo che uno speleo mediamente esperto potrebbe anche evitare di farla strusciare sulla parete, ma durante il corso queste situazioni e’ meglio evitarle. Torno su a sistemare. Non trovo di meglio e quindi utilizzo l’attacco alto, dedicato alla sosta istruttori, come frazionamento e l’ex-frazionamento come deviatore. Ora la corda non tocca, solo che…adesso non arriva piu’ a terra! Scendo a controllare quanto manchi, se mancasse un metro, magari riesco a recuperarlo. Nulla da fare, dal nodo a terra mancano quasi 3 metri. Torno su di nuovo. C’e’ poco da fare, c’e’ da mettere un’altra corda dal frazionamento in giu’. Urlo a chi e’ sopra e riesco a farmi calare la corda. Smonto di nuovo tutto e lo rimonto con la corda nuova. Alla fine saro’ stato a penare per piu’ di un’ora e gli allievi hanno quasi terminato il battesimo del fuoco con i saltini iniziali. Risalgo e mi fermo a prendere respiro mentre il buon Claudio, arrivato a dare una mano, arma la via di servizio per fare assistenza.
Per buona misura ci scambiamo anche una foto dalle rispettive posizioni.
Preparato come si deve il pozzo da 19 ce ne torniamo al salone dove l’attivita’ ferve.
Sulla parete laterale e’ stata sistemata una corda dove agli allievi vengono fatti provare esercizi come lo stare in equilibrio sul pedale o un ripasso ragionato sull’uso degli attrezzi da progressione e/o del passaggio di un frazionamento.
Tutti sono impegnatissimi. Sarebbe utile avere una seconda via di prova sulla parete. Provo ad armarla ma quando provo a piantare un fix il trapano si dichiara stanco e rifiuta di fare il suo lavoro. Rinunciamo.
Oramai siamo ai passaggi conclusivi, sono in pochi a dover fare esercizio sui saltini. Mi rilasso facendo qualche foto.
Si riconosce facilmente dal barbone, questo e’ Maurizio.
Stefano mentre si illumina d’immenso.
Max e’ intento a fare uno spiegone sulla progressione in generale e sul passaggio dei frazionamenti in particolare.
Mi allontano anche dal gruppo per tentare una foto artistica.
Oramai e’ tempo di spostarsi ai pozzi piu’ impegnativi. Prendo in consegna una corsara, e’ Laura. La prendo alla sprovvista con una prima foto.
Poi ne facciamo una piu’ seria.
La accompagno fino al pozzo lasciandola in attesa del suo turno. Me ne torno al salone dove le attivita’ hanno ripreso vigore.
Qualcuno riprova i saltini.
Livia ha qualche problema con la regolazione dell’imbrago, con Max tentano di risolvere prima di affrontare i pozzi piu’ impegnativi.
Le ripetizioni di frazionamento sulla paretina proseguono, alla fine abbiamo scovato un fix nelle vicinanze ed ora si possono cimentare 2 corsari per volta. Nel frattempo il resto della banda osserva e ripassa.
Marco su parete assistito da Gaia.
Mano a mano che i nostri corsari terminano anche il cimento alla paretina vengono indirizzati verso i pozzi “seri”. Visto che oramai nel salone c’e’ rimasto poco da fare mi sposto anche io. Arrivo al pozzo da 19 che sta partendo Noemi. E’ assistita alla partenza da Maurizio e poco sotto, al deviatore, c’e’ Max. A me rimane altro da fare se non scattarle qualche foto durante la discesa.
In placida attesa ci sono Marco, Mauro e Matteo, non vedono l’ora di cimentarsi con una discesa piu’ impegnativa.
Gia’ che ci sono prendo il posto di Maurizio alla partenza del pozzo. E’ meglio darsi il cambio ogni tanto perche’ qua tira un’aria fredda che dopo un po’ fa sentire freddo assai. Arrivata Noemi, parte Marco.
Quindi e’ la volta di Mauro.
E quindi di Matteo.
Terminata la fila dei corsari in discesa, Max mi avverte che risaliranno tutti dall’altro pozzo, quello intermedio, e che a breve iniziera’ a disarmare il 19. Ripongo la fotocamera per dare una mano nelle successive operazioni di rientro alla base. A mano a mano che terminano la risalita del pozzo intermedio, gli allievi vengono condotti al salone e fatti risalire i saltini fino all’uscita. Lo fanno velocemente e volentieri, la giornata e’ stata lunga ed impegnativa. Quando viene terminato il disarmo dei pozzi e rimesso a posto il materiale siamo oramai rimasti in pochi nel salone. Appena tutto e’ pronto usciamo anche noi. Ecco qua un Maurizio che risale l’ultimo saltino.
Fabio, piu’ ardimentoso, sceglie la via dell’arrampicata.
Tolte le ultime corde usciamo anche noi tornando alle macchine. E’ notte ma non fa troppo freddo. Una ultima fatica per fare la verifica del materiale di gruppo e poi finalmente a cambiarci. I vestiti asciutti sono una gran cosa! Ora si puo’ passare alle cose importanti, la cena. I nostri allievi sono provati dalla lunga giornata e dalle emozioni quindi decidono di rientrare senza gustare le fettuccine della Sbirra. Claudio verrebbe con noi ma alla fine si deve sacrificare per riportare subito a casa chi ha tale necessita’. Alla fine ecco lo sparuto ma agguerrito gruppo che prende posto alla Sbirra.
E questo il nostro meritatissimo premio!
Dopo l’allegra e lauta cena ci ritiriamo anche noi. Il ritorno lo faccio in macchina di Maurizio il quale gentilmente mi da’ un passaggio fino a casa. Ho detto tutto? Mi pare di si, alla prossima!