Grotta Doli con Gabriele per fare il rilievo.
Questa e’ l’uscita che suggella ed archivia le vacanze estive! E’ venerdi’, siamo solo Gabriele ed io. Scopo dell’uscita e’ di fare il rilievo del ramo principale della grotta Doli. La mattina ci incontriamo al piazzale di monte Livata. La mia attesa e’ abbastanza lunga perche’ purtroppo Gabriele ha bucato una gomma. Quando ci sentiamo pero’ ha gia’ risolto e sta salendo. Io inganno l’attesa mettendo ad asciugare la mia attrezzatura e la muta, tutta ancora fradicia dalle ultime avventure.Al suo arrivo, dopo la colazione, facciamo una visita al simpatico negozio che vende tutti articoli naturali che hanno a che fare con le api ed il miele. Il ragazzo che con la famiglia gestisce il negozio ci mostra tutto e ci offre ospitalita’ se nel futuro avessimo bisogno di un punto di appoggio per le nostre uscite. Dopo questi preliminari andiamo sotto casa di Maurizio e ci prepariamo per l’avvicinamento in grotta. La breve passeggiata nel bosco e’ piacevole ed allietata dalla presenza di molti funghi che mi diverto a fotografare. Vi lascio con loro senza altri commenti.
Usciti dal bosco ci avviciniamo alla grotta camminando a zigozago per verificare che non ci siano sfuggiti altri buchi. Alla fine eccoci alla grotta.
Gabriele oggi sara’ l’unico protagonista delle mie foto.
Eccolo pronto.
Son pronto anche io! Prima di partire decidiamo i ruoli per il rilievo. Io mi occupero’ di segnare i punti sul mio quaderno, Gabriele manovrera’ il laser, la bussola ed il clinometro.
Il particolare soffitto a tetto della prima saletta.
L’arrivo di Gabriele.
Un ragnetto con la sua sacchetta della spesa!
Un anonimo ha lasciato precise indicazioni, per Nerone, presumo!
Iniziamo la discesa.
Il primo pozzo lungo.
La partenza del 70.
Una scaglia di mica brilla in mezzo al fango.
Gabriele e’ sul terrazzino a meta’ pozzo. Finiamo di prendere i punti per il rilievo.
Partiamo per il 70.
La seconda parte del pozzo, dopo il frazionamento.
Una simpatica figura scolpita nella roccia.
Gabriele e’ sopra di me, lo aspetto per indicargli il caposaldo successivo.
Arrivo in fondo al pozzo, inganno il tempo fotografando le rocce.
Ecco l’arrivo di Gabriele.
Termina di leggermi gli ultimi dati.
La breve strettoia prima del pozzo successivo.
Ed ecco il pozzo.
Arte fangosa?!?
Parto.
Scendo fino alla prima cengia, la parte di pozzo sopra di me…
…e quella sotto. Siamo quasi all’attuale fondo.
Questa sabbietta adagiata sulle sporgenze della roccia lungo i pozzi mi fa ipotizzare che questi possano essere rimasti sommersi per lungo tempo ma e’ un pensiero ozioso, lascio agli esperti queste conclusioni.
Gabriele mi raggiunge. Il lavoro di rilievo procede.
Siamo al fondo. Uno sguardo al grandioso lavoro fatto dai nostri amici, la fessura di pochi centimetri che ricordavo e’ scomparsa. Ora si passa quasi agevolmente. Mi affaccio ma senza forzare, l’esplorazione non e’ ancora conclusa.
Dall’altro lato, dove abbiamo poggiato gli zaini ci dovrebbe essere un altro ambiente ma noi non ci passiamo quindi per ora lo lasciamo perdere.
Alcuni resti della lunga permanenza durante i lavori. Sicuramente spariranno alla fine.
Dopo uno spuntino torniamo sui nostri passi. Salgo per primo su per il 70, mi fermo al frazionamento ad aspettare Gabriele. La parete sembra dilavata da un ruscellamento d’acqua che ha lasciato il fango a mo’ di stucco nelle piccole depressioni della roccia.
Il breve tratto di corda sopra di me.
Uno strano effetto del vapore che sembra avere una direzione.
Subito dopo scompare per riprendere le consuete forme a nuvoletta. Chissa’ cosa era, magari solo un effetto dovuto alla mancanza di cavalletto e/o perizia del fotografo.
Gabriele intanto si avvicina.
Inizio a salire l’ultimo tratto. Gabriele mi segue.
Un attimo per riprendere fiato. Risaliamo poi il pozzo successivo. Da li proseguiamo vicini per limitare i danni di eventuali sassi.
Eccoci alla saletta che prelude all’uscita.
Una volta fuori mi apposto per riprendere degnamente l’uscita di Gabriele.
Eccolo, stanco ma felice.
L’ultimo sforzo ed e’ fuori.
Un selfie assieme ce lo siamo meritato.
Il sole sta calando ci dobbiamo affrettare se vogliamo ritornare con la luce.
Arrivati sotto casa di Maurizio ci accorgiamo che davanti casa c’e’ la sua macchina. Andiamo a bussare. Ci apre sua moglie. Vorrei dire che le scatto una foto mossa per non violare la sua privacy, pero’ ammetto che e’ stato solo un caso!
Maurizio ci attende ben pantofolato sul terrazzo. Sono arrivati da poco per trascorrere il fine settimana. Ci rilassiamo qualche minuto raccontandogli della nostra uscita e poi prendiamo commiato per andare a cena, la fame si fa sentire.
Andiamo a recuperare le macchine e scendiamo al ristorante di Valerio dove veniamo saziati come si deve. Il ritorno non sto a raccontarvelo, una tranquilla guidata notturna chiude una simpatica ed interessante giornata.