A continuare il lavoro alla grotta di Maurizio. Con Maria, Gianni, Maurizio ed io.
Nonostante alcuni problemi durante la settimana alla fine riusciamo a combinare per una puntata alla grotta scoperta da Maurizio a Monte Livata. Ci vediamo alle 8.30 sotto casa di Maria e Gianni. Per ora siamo solo noi 3, Maurizio ci aspetta per le 10.15 a Monte Livata, dove ha casa. Alla faccia della crisi partiamo con 2 macchine perche’ al ritorno prenderemo strade diverse, Maurizio a casa sua, Maria e Gianni a Roma, io a Tagliacozzo a recuperare Betti e tutta la caneria. All’appuntamento Maurizio si fa un po’ attendere ma noi inganniamo l’attesa profittevolmente andando a fare compere di cibarie. Prendo una abbondante porzione di pizza con mortazza ed alcune bibite per integrare i pochi sali di cui difetta la mortadella! Quando siamo tutti festeggiamo con un cappuccino e poi partiamo senza ulteriori indugi. Parcheggiamo a fianco strada vicino alla grotta e ci prepariamo. Gianni porta giu’ un po’ di materiale ma poi ci lascia per andare con Maria a rivedere alcune grotte nei dintorni. Alla grotta ci attende paziente un bel copertone di camion, Maurizio dice che tempo fa erano 2, non si sa che fine abbia fatto il secondo, che qualcuno se ne sia appropriato?!?Ecco l’ingresso della grotta, la protezione di rami sistemata da Maurizio la volta scorsa appare intoccata
Abbiamo parecchia roba da portare, ci prepariamo
Boh! Non saprei dire cosa sia, c’e’ il mio casco ma non la mia testa sotto! Che sia un selfie dell’uomo invisibile!?!
La solita foto del pozzo presa da sotto
E la solita, oramai arcinota, strettoia che subito segue
Questa e’ nuova, il buco del posacenere, e’ una grotta ospitale!
Maurizio impegnato nella discesa del pozzo
Il denso e compatto impasto di frammenti di roccia e fango che riempie molte delle fratture che vediamo.
Arriviamo in zona operazioni ed iniziamo a lavorare di buona lena per rendere il passaggio transitabile. Maurizio si fa anche una andata e ritorno fuori per prendere una batteria carica che avevamo lasciato pensando non servisse. Con un paio di ore di lavoro riusciamo a togliere alcuni impedimenti a destra e a sinistra della strettoia, ora e’ piu’ agevole infilarsi, decido di tentare.
Non e’ propriamente agevole, quando sono dentro c’e’ un punto stretto dove non riesco a far passare il bacino. In particolare uno spuntone sembra volersi accanire sui cosiddetti “gioielli di famiglia”. Con fatica ed alcuni contorsionismi riesco a sistemarmi in maniera da poter tentare qualche mazzata sullo spuntone. Maurizio che ora funge da prezioso assistente mi passa la mazzetta. Me la porto tra le gambe e meno qualche colpo alla cieca. Oltre al fatto che riesco miracolosamente a non farmi male li’ dove sapete, ottengo un risultato insperato. Il bieco spuntone salta via! Con qualche altro contorsionismo mi sistemo e provo nuovamente il passaggio. E’ stretto, e’ ancora stretto…pero’… ora riesco ad oltrepassare l’ostacolo col bacino. Ce la posso fare! Un paio di secondi per concentrarmi e poi sguscio piu’ giu’ mentre intanto cerco, e trovo, degli appoggi per i piedi. Se passa anche il torace e’ fatta. Ecco ci sono!
Passo anche con la testa, mi sistemo, riesco a stare in piedi. E’ un ambiente non grande, non sembrano esserci prosecuzioni evidenti. Sotto di me, sulla destra guardando la strettoia da dove arrivo, c’e’ una frattura lunga un paio di metri, larga circa 50 cm e profonda circa 1 metro. In fondo alla frattura un bel tappo di fango. Mi sembra che la nostra esplorazione finisca proprio la’, cerco comunque di fare attenzione ad eventuali spifferi d’aria. Non ne avverto. Si potrebbe tentare di scavare il tappo di fango ma la frattura e’ stretta, troppo stretta per lavorarci. Per il momento non mi sembra esserci molto altro da fare. Mi tolgo l’imbrago e lo passo a Maurizio. Utilizzo la mazzetta per togliere qualche altro spuntone fastidioso. Il ritorno non e’ agevole ma nemmeno impossibile. Mi sovviene solo ora che avrei potuto farmi passare la fotocamera per documentare il posto pero’ ora e’ troppo tardi, non ho voglia di tornare dentro.
Iniziamo a mettere via gli attrezzi e ricomporre gli zaini per risalire.
Maurizio si occupa del trapano
Io finisco di rivestimi e di riprendere fiato, faccio ora una foto alla strettoia appena passata.
Non potevo inoltre evitare di scattare una foto all’osso ed alla vertebra che abbiamo messo al sicuro a lato dell’imbocco della strettoia.
Risaliamo, potete vedere una foto aerea di Maurizio mentre inizia la strettoia che porta al pozzo. Intanto cerco di memorizzare meglio che posso caratteristiche della grotta e alcune delle direzioni principali perche’, sono certo, dopo Gianni mi chiedera’ il rilievo, almeno fatto ad occhio.
Quando siamo fuori troviamo Gianni, ci avverte che sta tuonando e che minaccia pioggia. In effetti iniziamo a sentire anche noi il cupo brontolio del cielo. Sistemiamo tutto piu’ in fretta possibile e risaliamo alle macchine. Qui ci cambiamo e finiamo di sistemare il materiale riponendolo al posto che gli compete. Anche se a malincuore lascio in custodia a Gianni le corde che avevo preso al gruppo e che mi hanno accompagnato durante le vacanze appena trascorse. Siamo fortunati, la pioggia ci risparmia. Stipiamo tutto nelle macchine e torniamo verso la civilta’. Maurizio ci invita a fare sosta a casa sua, accettiamo volentieri.
La’, tra un bicchiere di vino e l’assalto alle cibarie residue mi improvviso “rilevatore” e disegno pianta e sezione della grotta consumando innumerevoli fogli del taccuino di Maurizio in altrettanti tentativi poco riusciti. Alla fine tiro fuori qualcosa di verosimile e mi sbrigo a consegnarlo a Gianni. Terminato pasto e rilievo usciamo per andare verso le macchine. Facciamo una rapida deviazione per vedere un pozzo che si e’ creato di recente nel prato del condominio accanto a quello di Maurizio. E’ impressionante.
Tanto per darvi una idea della grandezza del buco, pensate che quella persona piccina, giu’ in fondo, e’ Maria!
Dopo questa visita torniamo veramente alle macchine senza altre deviazioni. Restiamo d’accordo con Maurizio che presto organizzeremo una ricognizione nei dintorni con pausa cena a casa sua per degustare la sua “carbonara”, che Gianni afferma essere deliziosa. Gia’ non vedo l’ora! Ci salutiamo tutti poiche’ abbiamo destinazioni differenti e poi partiamo. Ancora una bella giornata e’ passata con un’ottima compagnia. Peccato solo per la grotta, che, per ora, si e’ voluta negare. Quindi per lei, come per voi tutti uno squillante “Alla prossima”!!!