Grotta Cherubini – 24/11/2013

Uscita di gruppo GSS. Tullio, Mattia, Mario, Giada, Giulio, Gianni, Laura, Antonio, Piero, Luciana, Marvin.010gruppo

Finalmente la grotta Cherubini! Nei dintorni di Montebuono credo mi mancasse solo lei. Una bella uscita di gruppo era proprio l’occasione giusta. Parto da Roma insieme a Marione, usciamo dalla autostrada a Fiano, andiamo a prendere Giada che ci aspetta al parcheggio del vicino centro commerciale. Dopo i doverosi saluti, e’ almeno un anno che non ci incontriamo, spostiamo rapidamente i suoi bagagli sull’auto di Mario e ripartiamo. L’appuntamento e’ alle 9 in Piazza a Magliano. Quando arriviamo c’e’ gia’ Marvin che aspetta davanti al bar. Dentro ci sono Piero e Luciana. Mentre degustiamo un cappuccino arrivano anche Gianni e Laura. Per Tullio e Mattia ed Antonio dobbiamo aspettare un po’ ma alla fine siamo tutti riuniti. Manca solo Giulio che ci aspetta a Montebuono. Ricomponiamo la macchina di Mario e partiamo per andare a raggiungere il buon Giulio. Anche a Montebuono facciamo una sosta cappuccino, ma breve. Si riparte alla volta di Vacone. Svoltiamo sulla strada che si inoltra nel bosco, Vacone e’ alla nostra destra. Ci inerpichiamo per un bel tratto, la strada diventa sterrata ma e’ in ottime condizioni. Ad un tratto appare uno spiazzo sulla sinistra. E’ li che parcheggiamo. Lo spiazzo si riconosce dal cancello messo ad angolo retto rispetto la strada, lo potete vedere nella foto con Giulio e Mattia. 110GiulioMattiaCi vestiamo direttamente alle macchine, con molta calma. Siamo un nutrito ed allegro gruppetto, e’ un ottima occasione per fare delle foto tutti assieme.040vestizione100GiulioAllaMacchina130MarvinGianniLaura120TullioMacchina080In4AlleMacchineChissa’ perche’ mi sono convinto che la grotta e’ vicinissima alla strada e quindi mi preparo di tutto punto. Come al solito sono l’ultimo, sono quasi pronto, inizio ad indossare l’imbrago. Non metto tutto poiche’ Tullio mi fa notare che non lo ha indossato nessuno e che probabilmente non servira’ neppure. Nella “fretta” dimentico di prendere la fotocamera e quindi le foto che vedrete sono “rubate” ai miei amici. Mi avvio seguendo gli altri mentre ancora cerco di avvitare il delta. Torniamo per la strada per un breve tratto, poi prendiamo a sinistra. Forse e’ l’attacco di un sentiero, ma non mi ci giocherei nulla di prezioso. Iniziamo ad inerpicarci per l’erta fangosa e scivolosissima. La mia illusione che la grotta fosse vicina scompare quando inizio a sudare. Devo fare una sosta per aprire la tuta e favorire lo scambio di calore con l’arietta piacevolmente fresca di questa giornata di fine Novembre. Arriviamo all’ingresso. Tullio ci spiega che questo e’ uno degli ingressi, quello basso. Gianni si adopera con un accendino per mostrarci come l’ingresso aspiri. Mentre facciamo uno spuntino a base di wafer stabiliamo di dividerci in 2 gruppi. Il primo gruppo entrera’ per questo ingresso e andra’ ad armare il pozzo da 40m che forse scenderemo alla fine del giro. Il secondo gruppo entrera’ dall’ingresso alto. Tullio in testa ci spostiamo poco piu’ in alto. L’ingresso alto non e’ molto comodo, Marione appena lo vede inizia a dubitare di poter passare. Tullio si incunea nello stretto passaggio ma torna dopo poco. ci annuncia che il passaggio e’ ostruito. Una frana probabilmente. Anche Gianni si inoltra per vedere la situazione. Tanto per iniziare a sporcarmi la tuta fresca di bucato mi infilo anche io. Mi devo fermare un paio di metri piu’ avanti nello stretto cunicolo. Rimango ad ascoltare i commenti di Gianni e Tullio ma poi esco visto che non posso essere utile. L’uscita non e’ banalissima, quasi sono contento non si possa passare da quella parte! Inganniamo il tempo facendo qualche foto. 030GiadaScacciaMarioneTullio e Gianni escono decretando che il passaggio non e’ agibile. Ci spostiamo nuovamente all’ingresso basso, non senza scivolare sull’insidioso fango del sentiero. Questo ingresso e’ molto piu’ comodo. E’ una fessura orizzontale lunga almeno 3 metri, appena entrato ti trovi in una sala dove partono 2 meandri. Quello a destra comporta un passaggio esposto, visto che non e’ armato imbocco con sicurezza l’altro che procede quasi in piano. Pochi metri e raggiungo gli altri. Si stanno dividendo, il grosso del gruppo, Gianni in testa, prosegue per il meandro. Piero e Tullio si sono imbucati lateralmente. Li seguo. In un paio di metri sbuco sul primo meandro appena dopo il pezzo esposto. Li sento un po’ piu’ avanti, stanno armando il pozzo da 40m. Mi arrampico per 2 metri. Ora li vedo anche. Con Tullio decidiamo di armare un traverso in un punto un po’ ostico. Gia’ che ci siamo armiamo anche la piccola risalita che avevo appena arrampicato. Il mio fido trapanino, anche senza brillare come velocita’, regge botta e ci permette di piantare tutti i (pochi!) fix necessari. Mettiamo le corde e siamo pronti per andare avanti. In fondo al meandro c’e’ Piero che sosta vicino alla strettoia. Gli chiedo come prosegue la grotta e poi vado ad infilarmi. E’ una strettoia lunga un paio di metri. Potrebbe essere piu’ comoda ma la passo con tutto l’imbrago quindi non deve essere strettissima. Subito dopo la strettoia non c’e’ nemmeno da rialzarsi perche’ si deve passare un diaframma tra 2 concrezioni ma anche quello non troppo stretto. La grotta prosegue a sinistra pero’ a destra c’e’ un passaggio che mi intriga. E’ abbastanza stretto e delimitato dalle concrezioni ma si passa. Riesco ad andare avanti un poco ma chiude. Vedo i segni di qualcuno che mi ha preceduto in questo posto poco accogliente. Me ne torno indietro dai miei amici, ripasso sbuffando le varie strettoie. Da qui in poi mi sono perso un po’ la sequenza degli eventi, quindi riassumo sommariamente. Il gruppo guidato da Gianni completa il giro e ci ricongiungiamo. Gianni e Laura decidono di uscire. Noi passiamo tutti la strettoia. Mentre aspettiamo il nostro turno ci facciamo delle foto, Mattia approfitta per uno spuntino.020Io 090GiadaCi ritroviamo in fila indiana a strisciare tra massi di crollo. Dopo qualche zigozago arriviamo in una sala dove ci fermiamo a fare base. Torno velocemente indietro per un pezzo a recuperare Mattia e Giada che si erano attardati. Quando torno e’ giusto ora di merenda! Antonio sfoggia una pagnotta e della mortadella, gliene rubo un pezzo. Dalla sala dipartono vari meandri, Marvin e’ gia’ andato ad esplorarne alcuni e lo seguiamo per vederli anche noi. Arriviamo in una sala molto concrezionata. 060Giada Uno stretto passaggio tra le concrezioni porta ad altri ambienti. Gli altri lo passano. Mi fermo nella sala, trovo un posto comodo e spengo la luce. Rimango qualche minuto fermo in silenzio a godermi la quiete della grotta. Quando sento i miei amici tornare riaccendo la luce, li aspetto e torno indietro con loro. Tornati alla saletta della merenda seguo Tullio per le altre diramazioni. In particolare ce n’e’ una che dovrebbe portare all’ingresso alto. Tullio mi riferisce che Gianni e’ riuscito a passare l’ostruzione. Giro un poco ma non trovo il punto del passaggio e lascio perdere. Torno alla saletta. Decidiamo che per oggi puo’ bastare, iniziamo a tornare indietro. Strada facendo disarmiamo le corde messe, anche quella per il pozzo da 40m. La visita non e’ stata esaustiva, pero’ la grotta merita senz’altro che noi si ritorni. Con Giulio stabiliamo che torneremo sicuramente per fare delle foto. L’uscita ed il ritorno alle macchine e’ cosa di pochi minuti. E’ ancora giorno, saranno le 3 del pomeriggio. Ci cambiamo con calma. Visto che Marvin e’ gia’ pronto gli affido il trapano perche’ faccia dei fori sulle rocce per scaricare la batteria, sono curioso di vedere che durata abbia. Alla fine calcolo che si possono fare 6 buchi da fix. Non e’ molto ma puo’ bastare per uscite non impegnative. Ripongo tutta l’attrezzatura nello zaino e sono pronto anche io. Ci contiamo, Gianni e Laura sono andati via da tempo. Saliamo in macchina dandoci appuntamento da Roby Bar a Montebuono. Al bar prendiamo qualcosa da bere e poi ci salutiamo. Giada, Mario ed io pero’ non abbiamo una gran voglia di ritornare a Roma senza nemmeno premiarci un po’. Strada facendo decidiamo di andare a cena assieme. Visto che sono le 4 pero’ sara’ difficile trovare un ristorante che ci faccia da mangiare. La scelta cade sul ristorante di Taizzano, famoso per le ottime pappardelle al sugo di lepre . Certo e’ un po’ lontano, ma oggi quasi ci fa gioco. E comunque e’ l’unico ristorante che fino ad ora non ci ha mai tradito preparandoci da  mangiare a qualsiasi ora. Arriviamo che non sono nemeno le 5. I ristoratori con tutti i camerieri e cuoche sono a tavola, ma stanno finendo. Chiediamo se e’ possibile mangiare. Quando ci riconoscono come speleologi ci sorridono e ci fanno accomodare. Santi subito! La cena e’ ottima, come al solito. Il ritorno a Roma a pancia piena e’ tranquillo e soddisfacente. Non si poteva chiedere di piu’ a questa giornata!

Informazioni su fato63

Pratico la speleologia da qualche anno ormai. Mi sono finalmente deciso a tenere un diario delle uscite. Approfitto del blog per renderlo consultabile e commentabile.
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