Con Angelica, Gabriele, Giulio ed io.
La mattina partiamo, come al solito da Roma. Gabriele passa a prendermi, siamo solo lui ed io per il momento. Valentina doveva raccogliere il resto del gruppo ma stamane si e’ svegliata col mal di schiena e ha dovuto darci buca. Dopo un buon numero di messaggi decidiamo cosa fare. Gabriele ed io andremo a prendere Angelica e Giulio ad Anagnina. Appuntamento al bar Tex. Non sono convintissimo della bonta’ della scelta ma e’ Gabriele che guida quindi mi adeguo. Inoltre devo confessare di essere pessimista, immagino ci voglia uno sproposito di tempo per fare dalla autostrada Roma-L’Aquila ad Anagnina e ritorno. Gabriele, serafico, mi dice: “in 20 minuti siamo la’”. Ed ha ragione, spacchiamo il minuto. Il tempo di parcheggiare ed i nostri arrivano anche loro. Facciamo colazione al bar Tex e poi partiamo a pieno carico.
A Campo dell’Osso facciamo sosta caffe’ al ristorante dove lavora Livia, una buona scusa per salutare la nostra amica.
Arriviamo finalmente al parcheggio per la grotta. Gabriele annuncia che non si sente in forma e non entrera’ in grotta. Come sempre appena iniziamo a prepararci, inizia a piovere, anzi, a diluviare. Mettiamo mano agli ombrelli e ci spostiamo sotto una tettoia del vicino caseggiato.

La tettoia ci protegge a malapena, piove a vento.

Finiamo di prepararci e siamo gia’ zuppi. Gabriele si impietosisce e viene lui a portarci lo zaino con il materiale.

Facciamo la strada fino alla grotta riparandoci con gli ombrelli, io cedo l’ombrello ad Angelica ed indosso il poncho che ho portato in previsione della pioggia odierna.

Il tempo di sistemare la corda, fare una foto ai miei amici e siamo pronti.

Entra per primo Giulio. Gli appioppo lo zaino col materiale. Aspettiamo un tempo congruo affinche’ possa scendere il primo pozzo senza ricevere sassi in testa. Angelica va avanti ed io chiudo la fila. Il primo pozzo ha 2 vie armate cosi’ scendiamo assieme.

Della discesa non faccio foto, oramai e’ quasi un percorso di routine. Al fondo troviamo Giulio che gia’ smartella allegramente. Oggi c’e’ una notevole corrente d’aria, soffia da dentro verso l’esterno. Se possibile fa piu’ freddo del solito. E’ il freddo a decidere i tempi per scambiarci di posto in zona scavi. Angelica ed io aspettiamo che Giulio sfoghi il suo ardore sulla roccia poi ci organizziamo. Sistemiamo la corda di sicura ed Angelica passa sul terrazzino dopo la strettoia. Lei tanto ci passa larga. Una volta sistemata al sicuro, le passo mazzetta e scalpello e anche lei inizia a menare sulla roccia con convinzione. Uso il trapano per fare una miriade di fori per indebolire la roccia e poi spaccarla con mazzetta e scalpello. Facciamo spesso cambio con Giulio. Quando chi e’ fermo inizia a sentire freddo ci scambiamo nuovamente. Il lavoro procede bene, ora potrei anche provare a passare. C’e’ Giulio al lavoro adesso. Intanto preparo gli attacchi, verifico che il trapano abbia ancora un minimo di carica per piantare il paio di fix che abbiamo, recupero la chiave d’armo. Sono pronto per andare ad esplorare. Giulio nel frattempo ha fatto saltare dei bei pezzi di roccia, decide di tentare anche lui il passaggio.

All’improvviso il tenue ruscellare dell’acqua diventa molto piu’ intenso. Giulio quasi ci ripensa, poi, vinto dalla curiosita’, si tuffa.

Non ci passa molto largo, ma passa senza difficolta’.

L’acqua aumenta rapidamente, vicino al suo braccio sinistro si forma rapidamente una pozza.

Ora e’ dall’altra parte. Ancora un minuto e l’acqua ora forma una piccola cascata che ostruisce parzialmente la strettoia. Credo che ancora una volta dovro’ rinunciare a vedere con i miei occhi cosa c’e’ dopo…

Con un sospiro di rassegnazione poso l’attrezzatura e mi faccio raccontare cosa vedono i miei amici. Mi parlano di un pozzo comodo di una decina di metri che termina in una sala. In fondo alla sala si vede buio. La loro versione coincide abbastanza con quella data da Valentina la volta scorsa. Non ho nemmeno il tempo di passar loro la fotocamera, l’acqua continua ad aumentare, la situazione potrebbe diventare spiacevole, meglio che tornino indietro. Per prima passa Angelica, il ritorno non e’ agevole nemmeno per lei, ci si deve lavorare ancora. Giulio infatti ci mette un poco a passare e nel farlo snocciola un buon numero di maledizioni. L’acqua continua ad aumentare. La strettoia, o meglio la ex-strettoia, ad “S” ora e’ allagata, quando siamo arrivati non c’era traccia d’acqua. Si, e’ proprio il caso di andare. Ecco i nostri esploratori poco prima di iniziare la risalita.

Finiamo di sgranocchiare della frutta secca poi Giulio riprende “spintaneamente” lo zaino con i materiali ed inizia a risalire. Angelica ed io attendiamo che Giulio passi la prima strettoia sopra di noi per partire. Una fredda attesa. Saliamo tenendoci a vista, ad un frazionamento di distanza. Io chiudo la fila e ne approfitto per ripulire il pozzo dai sassi in bilico.

L’ultimo pozzo lo salgo insieme ad Angelica. Io sono sulla corda con meno frazionamenti. Purtroppo pero’ lui e’ anche sulla verticale del pozzo, nel punto in cui oggi cade piu’ acqua…e oggi ne cade proprio tanta.

Mentre Angelica e’ impegnata con l’ultimo frazionamento, io salgo fino alla partenza del pozzo. Ora anche lei e’ sotto l’acqua. A voler vedere l’aspetto positivo della cosa, c’e’ da dire che ora ho la tuta quasi pulita.

Fuori, nemmeno a dirlo, piove.

Quando Angelica mi raggiunge, salgo svelto a guadagnare l’uscita. La aspetto a pie’ fermo per una foto.

Prendiamo svelti le nostre cose e partiamo alla volta della macchina. La strada che scende di fianco alla grotta e’ un piccolo torrente. Oramai siamo talmente bagnati che nemmeno ci curiamo di coprirci. Arrivati quasi alle macchina mi accorgo di aver dimenticato l’ombrello sulla staccionata che protegge l’ingresso della grotta. Ci guardiamo in silenzio con Angelica poi torniamo indietro a prenderlo. Al secondo giro riusciamo finalmente a raggiungere la macchina. Giulio e’ dentro col riscaldamento acceso a recuperare il calore. Con il prezioso aiuto di Gabriele recuperiamo le nostre cose ed andiamo a cercare un angolo asciutto dove cambiarci. Nonostante la pioggia a vento cerchi di rompere le scatole, riusciamo a cambiarci in maniera decente. Contenti e quasi asciutti torniamo alla macchina.

Non sono nemmeno le cinque del pomeriggio, forse Livia e’ ancora al ristorante, decidiamo di fermarci per un altro saluto. Stavolta pero’ mi porto la fotocamera per immortalare il momento.

Visto che ci sono riprendo anche Giulio.

Attenti a quei 2! Al ristorante prendiamo solo il saluto di Livia, hanno chiuso e Livia e’ attesa in macchina dai suoi colleghi, quindi dopo un abbraccio ci abbandona. Ci lasciamo con l’augurio di rivederci in grotta!

A noi rimane altro che scendere fino a Livata e fare tappa al bar per prendere qualcosa di caldo.

Ci voleva proprio. Solo qualche settimana fa, proprio in questo bar, ci rifocillavamo con birra ghiacciata per esorcizzare il caldo, ora siamo di nuovo qua ma con the, cappuccini e cioccolate calde.

Stavolta e’ troppo presto per fare tappa a Marano Equo per le fettuccine, la maledetta pioggia mi ha decisamente rovinato tutti i piani! Mi rassegno con un sospiro e mi consolo con una crostatina. Dopo la pausa ristoratrice, riprendiamo la strada di casa. Arrivo a casa giusto in tempo per cenare con Betta. Domenica con poche soddisfazioni ma comunque interessante. Alla prossima.