Giro ramo dei russi – ramo della cistifellea con Giulio.
Doveva venire anche Andrea ma e’ stato messo fuori combattimento da un potente raffreddore ed ha preferito rinunciare. La mattina parto da Roma, ho appuntamento con Giulio direttamente a S. Oreste. Ho la macchina parcheggiata piuttosto lontana quindi esco da casa con Luna cosi’ approfittiamo per una passeggiata assieme. Il cielo e’ plumbeo ma ancora non piove. Presa la macchina riporto Luna a casa, prelevo gli zaini con il materiale e parto di gran carriera. Non ho ancora preso l’autostrada che inizia a piovere. Dopo il casello la pioggia scende a catinelle, quasi si vede nulla anche con i tergicristallo che mulinano alla massima velocita’. Temo fortemente che la nostra passeggiata per raggiungere la grotta possa trasformarsi in un “nuotata”, ma vado avanti all’appuntamento. Mando un sms a Giulio per avvisarlo che sono in viaggio. Mi risponde subito che lui e’ quasi arrivato. Quasi con un’ora di anticipo! Verso le 8.30 arrivo pure io, Giulio e’ al bar che mi aspetta. Piove ancora ma e’ solo qualche goccia. Meglio, molto meglio. Mi armo di ombrello e raggiungo il mio amico. Dopo i saluti di rito ci avviamo per munirci di viveri. Un rapido passaggio al bar per un cappuccino e poi via alle macchine per radunare i materiali. Come al solito saliremo con una sola macchina. Andremo con quella di Giulio. Dalla baraonda di roba nella mia macchina prendo tutto quel che mi serve e lo sposto nella sua. Ho la vaga impressione di star dimenticando qualcosa ma non riesco a visualizzare cosa possa essere. Chiudo il portellone, se e’ importante me ne accorgero’ piu’ tardi. Saliamo. A meta’ strada si impone una sosta “tecnica” (ci scappa!). Ha smesso di piovere, siamo fortunati, non diciamo nulla per scaramanzia. All’eremo portiamo il materiale nel solito androne. Inizio ad indossare la tuta ed intanto faccio la verifica di avere tutto, sottotuta, tuta e calzettoni di lana, ok; imbrago ed attrezzi, ci sono; anche i guanti li ho presi; vestiti di ricambio, pile di scorta, cibarie e bevande ce l’ho…Ora metto tutto nello zaino da grotta…Ehi! ma lo zaino da grotta, dov’e’!?! Ecco cosa ho scordato! Avverto Giulio dell’inconveniente. Lui, con calma olimpica dice: “scendiamo a prenderlo”. E’ semplice! Siamo tutti e due con la tuta speleo ed il caso ha voluto che siano entrambe fresche di bucato. Ricarichiamo le nostre carabattole in macchina e scendiamo. In paese ci accostiamo il piu’ possibile alla mia macchina, scendo e prendo lo zaino in un lampo. Risaliamo di corsa, ancora non ha ripreso a piovere e speriamo proprio di non perdere l’occasione per arrivare asciutti alla grotta. Parcheggiamo di nuovo, velocemente compongo lo zaino e partiamo. L’aria e’ fresca, il cielo e’ sempre scuro ma non piove, tutto sommato l’avvicinamento e’ una piacevole passeggiata, ci sono anche dei bei fiori che mi sbrigo a fotografare, scopriro’ in seguito che sono di una varieta’ di zafferano.
Approfittando dell’occasione descrivo a Giulio il sentiero che stiamo percorrendo, gli indico dove si trova la grotta di S. Sebastiano, facciamo una prima deviazione per vedere l’ingresso dell’Erebus. Quando poi giriamo per il Gasperone, gli mostro i segni per riconoscere il sentiero. Facciamo una breve deviazione per Gasperina. Per completezza dedichiamo attenzione anche a Gasperella ed infine arriviamo all’ingresso di Gasperone. Mentre riprendiamo fiato gli racconto brevemente la storia delle esplorazioni di Gasperone. Oggi ho deciso che provero’ a fare delle riprese con la mia fida macchinetta digitale. Inizio subito riprendendo Giulio che mangia il proprio pranzo mentre, incalzato da me, indica l’ingresso della grotta.
Dopo la ripresa mangio anche io. Poi, finalmente entriamo. Filmo anche questo evento. Nella prima saletta mi levo la maglietta fradicia, indosso la parte superiore del sottotuta, finisco con imbrago e ferraglie varie. Scendendo il primo pozzetto mi impicco cercando contemporaneamente di fare il video. Passo il laminatoio e aspetto Giulio. Quando si affaccia vado oltre. Arrivo alla ex-strettoia e la passo, oramai e’ proprio ex! Addirittura ora c’e’ un comodo gradino dove poggiare i piedi mentre si monta il discensore. Scendo il primo pozzo. Dire che lo scendo e’ un parolone, fino al primo frazionamento devo filare a forza la corda nel discensore. Saggio la corda dopo il frazionamento, mi sembra cotica anche quella. Monto il discensore a “C”. Effettivamente ora si scende molto meglio. Passo il deviatore e quindi arrivo alla sosta intermedia, quella dove, volendo, si prende per il ramo del brigante.
Mi metto comodo e urlo la libera a Giulio. Con qualche imprecazione arriva pure lui. Spendo qualche parola per illustrare il posto in cui siamo e poi scendo la seconda parte del pozzo.
Nella smania di fare il video scendo con la fotocamera in mano, scivolo e me la sbatto sulla tempia. Dolore atroce, credo che domani sembrero’ reduce da una rissa.
Siamo ora alla strettoia pirica, anche qui mi dilungo in racconti del lungo lavoro necessario a ricavare il passaggio.
Giulio in un misto di interesse e rassegnata pazienza mi ascolta.
La strettoia pirica ed il successivo scivolo pedicone impressionano a dovere il mio amico che comunque affronta e supera impavido il cimento.
In fondo allo scivolo mi fermo prima a fotografare una muffa che ad un esame piu’ attento si rivela essere i resti di una dolicopode passata a miglior vita.
Tra una foto e l’altra mi produco in uno spiegone sul ramo dei russi e del ramo della cistifellea.
Prima di arrivare alla giunzione facciamo sosta nella zona dove, con Daniele, stavamo guardando prima dell’estate.
Noi per ora affronteremo il ramo dei russi.
Iniziamo a scendere la serie di pozzi. Volendo filmarli, li conto, sono ben una dozzina! Solo un paio sono separati da un breve scivolo fangoso.
Cerco di andare oltre la strettoia ma non ci passo, provo tre volte senza riuscire, si dovra’ tornare con mezzi adeguati. Proseguendo la discesa passa avanti il buon Giulio.
Pochi metri e siamo alla giunzione tra il ramo dei russi ed il ramo della cistifellea. La suddetta giunzione e’ proprio a pochi metri dall’inizio del pozzo che porta al fondo, da quel punto in poi praticamente la grotta si puo’ considerare una unica verticale. Per questa volta il fondo lo lasciamo riposare. Risaliamo a chiudere il nostro giro. Ci fermiamo a fare sosta sulla piccola piazzola all’inizio del pozzo.
Approfitto per dare un occhio al piccolo ambiente dove la volta scorsa avevo trovato i zanzaroni. Ci confrontiamo un po’ sulla possibilita’ di una prosecuzione. Ho avuto la sensazione di sentire un poco d’aria ma Giulio non e’ di questo parere. Archivio la cosa per il momento, anche perche’ non e’ la giornata giusta per fare considerazioni sulla circolazione dell’aria, oggi, con il tempaccio che fa, la grotta e’ decisamente in stallo. Prima di ripartire mi conforto con un po’ di cioccolata e poi ripartiamo.
Risaliamo velocemente la serie di pozzi intervallati da, pochi, tratti in piano. Continuo a filmare ma la fotocamera inizia ad avvertirmi con insistenza che non ce la fa piu’, la batteria e’ quasi agli sgoccioli.
Arriviamo alla sala d’attesa sauro dove facciamo una breve sosta prima di affrontare il pozzone in appoggiata che ci riportera’ allo scivolo pedicone.
Arrivato in cima al pozzo mi accingo a riprendere la risalita di Giulio ma la fotocamera dice di no e si spegne con un beep derisorio. La maledico, poteva anche aspettare ancora un paio di minuti! Mentre la ripongo noto che somiglia piu’ ad un grumo di fango che ad una fotocamera. Il fatto che abbia continuato a funzionare in queste condizioni mitiga un po’ il mio malumore verso di lei. Mi sposto alla base dello scivolo e aspetto Giulio per indicargli il giusto pertugio per raggiungermi. Salgo lo scivolo. Prima di passare la strettoia pirica tiro su con la corda lo zaino di Giulio e lo passo avanti assieme al mio. Aspetto il mio amico mentre lo sento combattere la battaglia contro la perfida strettoia. Ne esce acciaccato ma vincitore. Tento di fotografarlo all’uscita ma la fotocamera si nega decisamente proprio al momento migliore.
Rinunciamo. Mentre Giulio riprende fiato risalgo il primo tratto di pozzo. Lo aspetto e poi proseguo. Alla ex-strettoia grido la libera. Mentre attendo, sento Giulio risalire imprecando perche’ la corda non scorre nel croll. Eccolo che fa capolino. Vado avanti per fargli posto e proseguo verso l’uscita. Risalendo il pozzetto vedo che fuori c’e’ ancora luce, benone, deve aver rinfrescato perche’ ora c’e’ un po’ di circolazione d’aria. Aspetto Giulio nella saletta iniziale. Una volta insieme recuperiamo le nostre cose ed usciamo. Visto che non piove approfittiamo per fare un paio di foto. Le facciamo con le macchinette “buone” che abbiamo portato, o meglio, che ha portato Giulio nel suo zaino, con tanto di flash e di cavalletto. Tanta fatica per nulla, non le abbiamo utilizzate.
Dopo la pausa foto ci avviamo per la strada del ritorno. Siamo fortunatissimi e continua a non piovere. Il resto e’ il solito, ci cambiamo, riponiamo il cumulo di fango che sono le nostre tute e scendiamo al paese. Per completare la bella giornata prendiamo un aperitivo a base di stuzzichini e birra. Finiamo lo spuntino parlando di Gasperone e delle sue “parenti” che Giulio desidera conoscere quanto prima. Dopo questo piacevole intrattenimento ci salutiamo e chiudiamo la giornata con il rientro a casa che si svolge senza problemi. Anche per questa volta non c’e’ altro, come sempre, alla prossima!
Esaustivo come sempre 😉