Esplorazione di una possibile prosecuzione lato ramo dei Russi con Daniele.
Siamo di nuovo a far visita a Gasperone! Appuntamento con Daniele alle 9.00 a S. Oreste. Una rapida colazione e poi via. Al parcheggio ci prepariamo ma senza portare molto, vogliamo muoverci “leggeri”. Quando arriviamo all’ingresso sono gia’ sudatissimo, stendo la maglietta “da viaggio” e infilo quella da grotta. Pronti? Via! La prima sosta e’ alla prima ex-strettoia, con la mazzetta di Daniele la allarghiamo quel che basta per far passare la gamba e rendere il passaggio piu’ agevole. La seconda sosta e’ prima della strettoia pirica dove Daniele lascia lo zaino. Io il mio lo tengo, oramai senza mi sento nudo! Prendo con me il suo panino e lo scalpello che si stava rovinando di noia e di ruggine li’ alla strettoia. In fondo alla strettoia pirica, prima dell’inizio del ramo dei russi mi danno l’anima a cercare una frattura che avevo visto la volta precedente. E’ inutile, non la ritrovo! Alla fine rimando la sua ricerca alla prossima volta e continuiamo la scesa del ramo dei russi. Come sempre osserviamo e commentiamo i vari punti che ci sembrano interessanti progettando anche per loro una uscita di “approfondimento”. Arriviamo al punto che vogliamo esplorare, ci togliamo l’attrezzatura e Daniele tenta il passaggio. Nulla da fare, troppo stretto. Smazzettiamo come forsennati per un po’, Daniele si toglie anche l’imbrago e ritenta…Stavolta passa! Mentre lui esplora la situazione io continuo a smazzettare la strettoia. Daniele mi aggiorna, La frattura sembra proseguire in orizzontale ma e’ stretta, “Clarice ci passa”, mi dice. In verticale sembra praticabile. Nel frattempo ho “levigato” un bel po’ lo spuntone che dava fastidio alle costole. Provo la strettoia un paio di volte, ora passo con il torace, mi blocco solo perche’ ho l’imbrago, Daniele dovrebbe ripassare quella parte della strettoia senza problemi. Quando torna indietro gli passo la mazzetta e lui rompe con soddisfazione la punta di una stalagmite che lo aveva costretto ad una contorsione scomodissima al passaggio dell’andata. Rotta quella, la strettoia e’ molto piu’ “umana” ma ancora lontanissima dall’essere “forconabile”. Decidiamo che per la giornata puo’ bastare e che il posto merita un’altra visita piu’ in la’. Ci rivestiamo, lascio lo scalpello li’ in bella vista per la prossima volta, recuperiamo la corda e continuiamo a scendere fino alla congiunzione. Risaliamo fino alla piccola cengia per fermarci a fare pranzo. Mi sposto lateralmente dove c’e’ una rientranza dove sistemarsi per un comodo pasto. Rimango molto sorpreso quando vi entro perche’ il soffitto e’ costellato di “zanzaroni” (non ne conosco il nome ma somigliano veramente a zanzare giganti, per fortuna pero’ sono innocue, almeno sembra!)! E’ strano, qui siamo almeno a -150 metri, di solito non si trovano insetti di questo tipo cosi’ in profondita’, dovro’ ricordarmi di chiedere lumi a qualcuno piu’ esperto di me nel campo. Per farvi capire di quale “bestia” parlo ecco una sua foto (che ho preso altrove)
Durante il frugale pasto con Daniele commentiamo l’esplorazione fatta e la strana scoperta dei zanzaroni, gia’ con la fantasia a pensare ad un ingresso “basso” apertosi da poco!!! Continuiamo la risalita, una breve sosta alla sala d’attesa sauro (devo proprio chiedere a Paolo perche’ l’ha voluta chiamare cosi’, io proprio non lo ricordo!) e poi l’ultima salitona prima della strettoia pirica. Inizio la strettoia pero’ a meta’ mi fermo e aspetto Daniele. Quando lo sento armeggiare all’arrivo del pozzo gli lancio un urlo e continuo. Oramai la strettoia pirica mi e’ familiare, non mi sembra piu’ nemmeno una strettoia! Aspettando Daniele sistemo un po’ intorno, ci sono bottiglie di plastica vuote, le accartoccio e le prendo con me, la bottiglia di vino con cui abbiamo festeggiato il passaggio della strettoia pirica la sistemo affinche’ non si rompa. Insomma sistemo un poco. Lascio 2 bottiglie d’acqua quasi piene, una portata oggi e l’altra la volta scorsa. La prossima volta potrei evitare di portare acqua! Arriva Daniele, io riparto. Passo la ex-strettoia, perche’ sia perfetta manca uno scalino per salire quei 20 o 30 centimetri che rendono facile il passaggio. Ovvio tirandomi su di peso e passo. Quando arriva Daniele gli comunico il mio pensiero sulla ex-strettoia. Concorda pienamente con me, ma non credo che lo scalino lo faremo mai! Siamo fuori, c’e’ ancora il sole, bello! Ci cambiamo con calma assaporando il caldo che ci accarezza la schiena. Si ok, ma ora non esageriamo! che caldo! Sai che sudata a salire?!? Via, per la passeggiata finale! Arrivo alla macchina che sono un bagno di sudore, lo dimostro a Daniele strizzando dai panni una “mezza litrata” di liquido! Ci cambiamo, sistemiamo i nostri bagagli e partiamo verso casa salutando il Soratte. Anche questa volta lui e Gasperone sono stati cosi’ gentili da ospitarci e lasciarci giocare agli esploratori. Sentite grazie e alla prossima!