subito dopo ferragosto abbiamo sperimentato in grotta il metodo di Fabrizio per parlare in grotta con dei normali walkie-talkie.
Che caspita vai dicendo, vi chiederete!
Certo conoscete l’esistenza di un “marchingegno” che oggi permette di continuare a parlare al cellulare e/o di sentire la radio in galleria in autostrada oppure di parlare con il cellulare quando si va in metropolitana (quest’ultima se la potevano risparmiare!!!).
Fabrizio ha mirabilmente ripreso questa idea, l’ha adattata alle esigenze speleo (con un occhio anche ai costi!), l’ha realizzata e sperimentata in “laboratorio” e quindi ci ha proposto di provarla in grotta.
Come e’ fatto il “marchingegno” sviluppato da Fabrizio?
Si tratta in sostanza di matasse da 100 metri di cavo da antenna satellitare (e’ di diametro minore rispetto al cavo da antenna normale) che vanno srotolate in grotta (in maniera analoga a quanto si fa con il doppino telefonico).
All’inizio del cavo, e quindi all’ingresso della grotta, va attaccata una “scatola” che funge da ripetitore del segnale e permette in sostanza di far funzionare il tutto (per i particolari tecnici della scatola bisogna chiedere a Fabrizio).
Alla fine del cavo andrebbe attaccato un “finale” ma abbiamo visto che le radio funzionano egregiamente anche senza.
Ma non corriamo troppo…Come ci siamo trovati coinvolti?
Dovete sapere che ho casa a Montebuono e, come al solito, ho passato lì buona parte delle vacanze.
Nel periodo di ferragosto a Montebuono ci sono solenni festeggiamenti con molti eventi, quest anno tra gli eventi e’ stata prevista la presentazione del bellissimo libro sulle grotte della Sabina creato dal G.S.S. (uno dei gruppi di cui sono socio!).
La sera dell’11 agosto ci siamo quindi ritrovati tutti nella piazzetta a fianco della chiesa di Montebuono dove, degustando pizza frittta, salsicce ed altre delicatezze locali abbiamo visto la presentazione del libro fatta tramite diapositive ed interventi di Roberto, Lucas e Paolo.
Quella sera oltre a molti soci del G.S.S. c’erano 2 speleo del gruppo di Orvieto, SimoneP e Giuseppe, che avevano gia’ espresso il desiderio di visitare le grotte nei dintorni.
Naturalmente tra i partecipanti alla serata c’era anche Fabrizio con il quale SimoneC ed io ci siamo accordati per provare la sua invenzione. A noi si sono uniti volentieri i ragazzi del gruppo di Orvieto.
Vista la prossimita’ del ferragosto l’uscita e’ stata programmata per il sabato successivo, la scelta della grotta per la prova e’ caduta sul Pretaro (abbastanza semplice, comunque articolata ma soprattutto vicinissima a Montebuono!). Conclusa la presentazione, ancora qualche chiacchiera e poi a nanna (almeno io!)
Il 18 mattina alle 9 e mezza ho iniziato l’attesa davanti a RobyBar (e’ uno dei 2 bar di Montebuono, quello davanti al giardinetto col monumento ai caduti. Prende il nome da Roberto che lo gestisce col sostegno di Tiziana e di Andrea, quest ultimo eminente socio del G.S.S.!. Fabrizio e’ arrivato quasi subito, Simone poco dopo, i ragazzi di Orvieto non si vedevano. Ad una certa, come si dice, abbiamo preso le nostre cose e ci siamo avviati alla grotta con l’intenzione di iniziare a prepararci.
Sorpresa! I nostri ospiti erano lì, nello spiazzo vicino alla grotta! Un piccolo disguido circa il luogo dell’appuntamento. Erano in 4, purtroppo non ricordo tutti i nomi. C’era SimoneG, c’era Giuseppe, c’era anche “ginocchio-contuso” (poi vi dico!) e “quarto” con i quali mi profondo in scuse per l’omissione del nome!
Ma passiamo allegramente alla cronaca di quanto e’ successo. Fabrizio tira fuori dalla macchina un autentico arsenale con tutto il necessaire alla prova. Sono comprese 4 matasse da 100 metri di cavo che ci terranno compagnia per tutta la grotta.
Mentre ci attrezziamo, passa Andrea, vorrebbe unirsi a noi ma ha fatto mattina lavorando al bar e ha decisamente sonno. Ci dice che se riesce verra’ all’ingresso con una delle sue radio.
Ci vestiamo velocemente per sbrigarci ad entrare nel piacevole fresco della grotta. Fabrizio ci spiega l’utilizzo delle radio e poi entriamo tutti assiepandoci nel primo ambientino dopo l’ingresso.
Fissiamo il capo della prima matassa nelle vicinanze dell’ingresso, decidiamo che mi occupero’ dello svolgimento del cavo, SimoneC rimarra’ con Fabrizio per curare la parte tecnica,. “Ginocchio-contuso” e “quarto” vanno avanti, io li seguo per le prime 2 strettoiette prima della sala dove inizia il pozzetto di circa 3 metri facilmente disarrampicabile.
Dopo poco SimoneP ci raggiunge. Come da accordi iniziamo subito la prima prova delle radio e, dopo qualche urlo tra interno grotta ed ingresso il ripetitore viene collegato ed acceso e riusciamo a farle funzionare (la mia radio era sul canale sbagliato e non me ne ero accorto!). Bellissimo!
Da quel momento inizia la progressione, vado avanti io svolgendo e fissando il cavo, SimoneP segue e da una mano. Mollo lo zaino a “ginocchio-contuso”, SimoneP dice va bene cosi’ perche’ il “ragazzo” deve fare allenamento!
Nel breve meandro prima del primo toboga mi cade di mano la matassa, si poggia alla base della frattura dove inizia il bypass del toboga. Scendo e approfitto per far passare il cavo da li’, impiccia di meno. Per scrupolo dico a SimoneP, che e’ al toboga, di fare una prova con le radio per vedere se tutto funziona nonostante la relativa lontananza del cavo. Vanno alla grande!
Arriviamo al secondo toboga, qui il cavo e’ un po’ in mezzo ma non c’e’ altro modo. In fondo al toboga finisce la prima matassa, pulisco alla meno peggio il connettore a vite e connettiamo la seconda matassa.
Poco piu’ avanti c’e’ il tratto dove usualmente sbaglio strada (!), vado quindi avanti con prudenza ma pare che questa volta l’ho imbroccata giusta!!!
Percorsi una ventina di metri proviamo ancora le radio, funzionano ancora benone. Arriviamo alla sala da the dove facciamo una breve sosta per rifocillarci.
Ripartiamo affrontando con le dovute imprecazioni la strettoia in salita che porta alla sala Utec. Anche qui il cavo e’ decisamente, e letteralmente, in mezzo alle palle! Fisso il cavo alla parete utilizzando del fango, materiale che di certo non manca!
Sbuffando come mantici arriviamo alla sala Utec. La seconda matassa finisce proprio qui, una matassa veramente ordinata! A questo punto siamo SimoneP, Giuseppe (che ha preso in consegna il mio zaino) ed io. In breve tempo ci raggiunge SimoneC, Fabrizio via radio ci dice di non sopportare molto le strettoie e che quindi si ferma ad aspettarci alla sala da the.
Per radio sentiamo “quarto” e “ginocchio-contuso”, quest ultimo tenendo fede al proprio soprannome (da me coniato per questo resoconto) ha sbattuto il ginocchio e gli si sta gonfiando. Loro 2 decidono di tornare piano piano verso l’uscita. Li salutiamo dicendogli di farsi sentire durante il percorso sia per sicurezza che per verifica del funzionamento delle radio.
Siamo rimasti in 4, ho portato giusto 4 pizzette (prese all’alimentari di Montebuono, molto buone!), ne prendiamo una a testa, la divoriamo con gusto. Terminiamo lo spuntino con un sorso d’acqua, posiamo tutto il materiale che non serve, colleghiamo la terza matassa e partiamo per la parte piu’ stretta della grotta. Lascio la matassa a SimoneC che vuole provare l’ebbrezza, lo seguo cercando di correggere dove possibile e dandogli consigli, insomma faccio il saputello rompiscatole ma SimoneC e’ un signorino a modo e non commenta!!!
Alla strettoia a tortiglione o a chiocciola (l’ho battezzata ora, non credo abbia ancora un nome ufficiale) il cavo e’ piu’ in mezzo che mai. Purtroppo, come gia’ in precedenza, non ci sono alternative. Ad ogni modo si passa senza strozzarsi col cavo.
Quando arriviamo al fondo attuale finisce anche la terza matassa, anche lei molto ordinata! Proviamo ancora le radio, funzionano sempre bene, Fabrizio dalla sala da te ci dice di collegare il finale. Lo facciamo e proviamo di nuovo le radio, forse c’e’ un leggero miglioramento ma non mi pare sensibilmente apprezzabile.
Qualche chiacchiera e poi si torna indietro, la quarta matassa che ci ha accompagnato sin la’ viene riportata indietro dal sottoscritto (per far vedere che anche io faccio la mia parte di fatica!). Vado avanti per primo, devo dire che questa matassa e’ una dannata perche’ nelle strettoie tende sempre a rotolare nei posti peggiori per ostacolarti il passaggio! Ritorniamo alla sala Utec, recuperiamo gli zaini, una bevuta d’acqua e quindi raggiungiamo Fabrizio alla sala da the.
Quando ci siamo tutti facciamo qualche parola commentando l’esperienza, sicuramente positiva, evidenziamo possibili miglioramenti per la prossima prova e i possibili sviluppi.
Nel frattempo “quarto” e “ginocchio-contuso” ci avvertono che sono in prossimita’ dell’uscita e che va tutto bene.
Ci avviamo anche noi con la dovuta calma e sparando le consuete battute che, grazie alla tecnologia, si propagano per tutta la lunghezza della grotta, speriamo non ne resti danneggiata!!!
I nostri 2 di avanguardia arrivano all’uscita, riusciamo a parlare con loro quando sono quasi alle macchine, e’ solo un po’ disturbato.
In breve siamo all’uscita anche noi dove il caldo estivo ci avvolge di nuovo (anche se devo dire che per i primi 3 secondi mi ha fatto piacere!).
Recuperiamo il ripetitore, il cavo lo lasciamo anche perche’ speriamo di portare altri a conoscere questo nuovo metodo, che sembra essere molto comodo, per comunicare in grotta.
Andrea evidentemente non ce l’ha fatta a raggiungerci, buon riposo!
Ci cambiamo velocemente e concludiamo la bella uscita da RobyBar davanti ad una bibita fresca!!!
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